Era un “Toro” ma con la forma della prua di una barca! 🙂
È uno dei tanti luoghi dismessi tra villaggi minerari ed edifici costieri sparsi per l’isola e vi sono molto affezionata, perché appartiene ai luoghi della mia infanzia e perché è immerso in uno scenario di rara bellezza con una vista mozzafiato. Si tratta dell’Ex Semaforo di Capo Sperone a Sant’Antioco, adagiato su una collina a soli 175 m slm.
Fu costruito nel 1886 sotto la supervisione dell’impresario Giuseppe Mossa. La sua forma ricorda la prua di una imbarcazione, che ancora oggi è possibile osservare nonostante i gravi segni del tempo. Infatti l’ex semaforo, oggi impraticabile al suo interno per i vari crolli, mostra piuttosto bene i suoi due livelli nonostante le capriate lignee ormai siano irrimediabilmente danneggiate. Tra i vani interni una cucina, gli uffici, in particolare l’ufficio telegrafico di vitale importanza con coperura a botte su cui si innestava la grossa antenna per le comunicazioni radio; e ovviamente la torretta di avvistamento, cui si accedeva tramite una scalinata in granito e ferro.
Dopo l’introduzione della radio su vasta scala, e grazie alla posizione strategica, venne riconvertito in stazione di comunicazione. Nell’aprile 1918, verso la fine del primo conflitto mondiale, fu colpito dai cannoni di un sommergibile tedesco, che danneggiarono l’antenna.
Durante la seconda grande guerra, col nome in codice Toro, assunse il ruolo multiplo di stazione radar, vedetta e difesa antinave e antiaerea, presidiata da truppe tedesche. Alla fine delle ostilità il semaforo mantenne compiti di vedetta da parte della Marina, fino alla sua dismissione definitiva il 31 dicembre 1957.
Pochi mesi fa la notizia ufficiale che l’ex stazione verrà affidata in concessione per la sua valorizzazione e riconversione a fini turistici, nel rispetto dell’ambiente circostante e con la possibilità di visite aperte al pubblico.
In attesa che ciò accada osserviamo l’Ex Semaforo in alcuni recenti scatti durante uno di quei tanto caratteristici tramonti sul mare che tuttora si possono avvistare, i cui colori si accentuano riflettendo sul basalto e la trachite e le rifiniture in mattoni.
Melania
Foto: Melania Garau